Cristina Bizzarri
- 03/08/2013 00:58:00
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Ho seguito con molto interesse questa "conversazione" su Pasolini. Ho letto poco dei suoi scritti, mentre ho visto quasi tutti i suoi film che allepoca mi avevano appassionata - ancora adesso quando mi capita di rivederli mi affascinano per quel miscuglio di carnalità e tensione verso lassoluto che li caratterizza, oltre naturalmente alla grande bellezza della fotografia e della scenografia, caratteristica saliente di tutti suoi film. Il tema del sacro qui trattato con particolare riferimento a "Teorema" pone molti interrogativi su questo nostro tempo "piatto", sulle aspettative della nuova generazione, sul senso che oggi la letteratura - e larte in generale - può ancora avere in un mondo sempre più povero linguisticamente e, di conseguenza, culturalmente. Ho trovato tristemente profetico quanto detto sulla rapidità con cui i vari "accattoni" si sono per così dire imborghesiti, perdendo la loro storia e non assumendone nessunaltra che non sia un vuoto di significanti. E quello che attualmente riguarda una larghissima parte delle persone, le eccezioni essendo costituite da una élite intellettuale da una parte e, allestremità opposta, da chi, non avendo nulla, non rischia nemmeno di sprofondare nel limbo di una pseudocultura! Il discorso sulla sessualità è molto complesso e secondo me sconfina naturalmente in un più vasto discorso antropologico - culturale. Mi verrebbe da dire che, a certi livelli (di alta cultura) ci si faccia quasi un punto donore a ritenere che, chi deroga dal banale comportamento etero-, bi-, trans-, omo - sessuale, qualora appartenga appunto a una sfera "superiore", abbia una marcia in più rispetto a chi, appartenente a una o più di queste categorie di tendenza sessuale in quanto, invece, "comune mortale", resta comunque un povero disgraziato. E, forse, in questo, come nella sua "deviata" ricerca del sacro, deviata in quanto (giustamente!) non ortodossa ma personale come ogni ricerca del sacro dovrebbe fino in fondo esserlo, Pasolini era davvero un aristocratico. Lesempio di Pasolini mi fa riflettere su come sia fondamentale in questo nostro tempo di povertà di parole, avere maestri di questa grandezza, che con il loro coraggio, la loro immensa cultura e la loro genialità mostrino possibili percorsi di ricerca, di azione, di riflessione a chi desideri, attraverso una reale e magari sofferta libertà di pensiero, riappropriarsi delle proprie umane radici. Grazie della proposta che mi ha permesso di riflettere su tematiche così interessanti!
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